Menopausa e tiroide: perché il metabolismo rallenta

Ti capita di aumentare di peso pur mangiando poco? Ti senti più stanca, con umore altalenante, sonno disturbato e una fatica a “ritrovare te stessa”, proprio da quando il ciclo è cambiato o si è fermato?

In molte donne tra i 40 e i 60 anni questi sintomi vengono attribuiti solo alla menopausa. In realtà, spesso dietro c’è anche un coinvolgimento della tiroide, una piccola ghiandola alla base del collo che però ha un ruolo enorme nel metabolismo e nel benessere generale.

In questo articolo vediamo in modo semplice ma scientificamente corretto:

  • che cosa fa la tiroide nel corpo femminile

  • come le oscillazioni degli ormoni sessuali in pre-menopausa e menopausa influenzano la tiroide

  • perché puoi avere esami “nei limiti” ma un metabolismo comunque bloccato

  • perché, quando si parla di ormoni e menopausa, non si può ignorare la funzionalità tiroidea

Tiroide: il motore del metabolismo femminile

La visita alla tiroide

La ghiandola tiroide produce ormoni che:

  • regolano il metabolismo (quanto velocemente bruci energie)

  • influenzano il sistema immunitario

  • agiscono sul ricambio osseo

  • contribuiscono a stabilizzare il tono dell’umore

  • sostengono la funzione cardiaca, muscolare e cerebrale

Quando la tiroide funziona bene, ti senti:

  • con energia stabile durante la giornata

  • mentalmente lucida

  • con un peso relativamente stabile a parità di alimentazione e movimento

  • con un intestino regolare e una buona qualità del sonno

Quando la tiroide rallenta (anche solo in modo “funzionale”, cioè non ancora evidente dagli esami standard), possono comparire:

  • aumento di peso o difficoltà a dimagrire

  • senso di stanchezza eccessiva

  • pelle secca, capelli più fragili

  • umore più basso o irritabilità

  • disturbi intestinali (stitichezza, gonfiore)

Questi sintomi si sovrappongono a quelli della menopausa, creando spesso confusione: “È la menopausa o è la tiroide?”. La risposta, molto spesso, è: entrambe.

Menopausa, oscillazioni ormonali e tiroide: cosa succede davvero

Quando una donna si avvicina alla menopausa, i livelli degli ormoni sessuali, in particolare degli estrogeni, iniziano a oscillare in modo marcato. Possono salire e scendere rapidamente, provocando:

  • vampate

  • insonnia

  • irritabilità

  • cicli irregolari

  • ritenzione idrica

  • variazioni di peso

Ma queste oscillazioni non influenzano solo questi sintomi “classici”: vanno a toccare anche il funzionamento della tiroide.

Dominanza estrogenica: quando gli estrogeni “frenano” la tiroide

Quando il metabolismo rallenta

Quando gli estrogeni sono in eccesso rispetto al progesterone si parla di dominanza estrogenica. In questa condizione aumenta una proteina prodotta dal fegato, la TBG (thyroid-binding globulin), che ha un ruolo chiave:

  • la TBG si lega agli ormoni tiroidei (in particolare FT3 e FT4) nel sangue

  • quando sono legati alla TBG, gli ormoni tiroidei non possono entrare nelle cellule ed esplicare la propria azione

  • Risultato: gli esami ematochimici per funzionalità tiroidea possono risultare “nei limiti”, ma le cellule ricevono poco messaggio tiroideo

In pratica:

  • Sul referto di laboratorio tutto sembra “a posto”, ma a livello dei tessuti il metabolismo è rallentato.

  • Conseguenza visibile: IL METABOLISMO SI BLOCCA E IL PESO AUMENTA.

Questa è una situazione tipica di molte donne in perimenopausa e menopausa: esami standard apparentemente normali, ma sintomi evidenti di rallentamento metabolico e stanchezza.

FT3, FT4 e rT3: gli ormoni tiroidei spiegati in modo semplice

Per capire il legame tra menopausa e tiroide è utile conoscere i tre principali ormoni tiroidei:

  • FT3 (triiodotironina libera)

  • FT4 (tiroxina libera)

  • rT3 (reverse T3)

FT3: l’ormone “attivo” del metabolismo

L’FT3 è la forma attiva degli ormoni tiroidei. Regola l’attività dei mitocondri, le “centrali energetiche” delle cellule. Da lui dipende in gran parte la funzionalità di:

  • cervello (attenzione, memoria, concentrazione)

  • muscoli (forza, resistenza)

  • cuore

  • apparato digerente

Molto FT3 deriva dalla conversione di FT4 in FT3 grazie a un enzima chiamato deiodinasi.

La buona disponibilità di FT3 dipende da diversi fattori, tra cui:

  • adeguato apporto di selenio, zinco, rame, magnesio

  • sufficiente apporto di proteine nella dieta

  • soprattutto, corretto bilanciamento degli ormoni sessuali nel sangue

Se questo equilibrio ormonale è alterato (per esempio per dominanza estrogenica), anche la conversione in FT3 può non essere ottimale.

FT4: l’ormone “di riserva”

L’FT4, da solo, è inattivo. Possiamo considerarlo una sorta di “magazzino” da cui il corpo ricava FT3 quando serve.

  • Circa il 60% dell’FT4 viene trasformato in FT3 in condizioni normali.

  • Una diminuzione di FT4 può essere legata, per esempio, a malattie autoimmuni o a una minore assunzione di iodio con la dieta.

Quando FT4 è basso, tutto il sistema rallenta: diminuisce la produzione di FT3 e il metabolismo si abbassa in modo marcato.

rT3: il “freno” del metabolismo

La rT3 (reverse T3) è la forma inattiva di FT3. In condizioni normali rappresenta circa il 10% della produzione.

In situazioni di stress, malattia o squilibrio metabolico, il corpo può:

  • trasformare più FT4 in rT3 invece che in FT3

  • utilizzare la rT3 come “freno” del metabolismo

Un aumento di rT3 è spesso associato a:

  • disfunzione mitocondriale

  • insulino-resistenza

  • diabete mellito

  • aumento di colesterolo e trigliceridi

  • maggior rischio cardiovascolare

In queste condizioni la donna può:

  • aumentare di peso

  • sentirsi sempre stanca

  • faticare a rispondere alle sole “diete ipocaloriche”, che spesso peggiorano ancora lo stress metabolico.

Estrogeni, progesterone e testosterone: l’equilibrio che sostiene la tiroide

Gli ormoni sessuali femminili non hanno solo un ruolo riproduttivo: sono strettamente legati alla funzionalità della tiroide.

Estrogeni e progesterone: opposti ma sinergici

  • Gli estrogeni tendono a ridurre la funzionalità tiroidea, principalmente aumentando la TBG e legando più ormoni tiroidei.

  • Il progesterone, al contrario, riduce la produzione di TBG, e favorisce:

    • una maggiore quota di ormoni tiroidei liberi (attivi)

    • un miglior utilizzo degli ormoni tiroidei da parte delle cellule

    • una migliore produzione di FT4

Estrogeni e progesterone agiscono quindi in modo opposto ma sinergico: solo un buon bilanciamento tra i due consente alla tiroide di lavorare correttamente.

In perimenopausa e menopausa, la caduta del progesterone è spesso più marcata e precoce rispetto a quella degli estrogeni: è uno dei motivi per cui la dominanza estrogenica è frequente e può contribuire al rallentamento tiroideo.

Testosterone e tiroide: un dialogo continuo

Anche il testosterone, pur essendo noto come ormone “maschile”, è fondamentale per la donna (energia, libido, massa muscolare, tono dell’umore) e ha un legame diretto con la tiroide.

  • FT3 e FT4, attraverso l’ipotalamo e l’ipofisi, stimolano la produzione di un ormone chiamato GnRH, che aumenta l’LH.

  • L’LH, a sua volta, favorisce la produzione di testosterone.

Se gli ormoni tiroidei sono bassi:

  • il segnale che arriva alle ovaie è scarso

  • la produzione di testosterone può ridursi

  • si accentuano stanchezza, calo del desiderio, perdita di massa muscolare

Questo mostra quanto sia stretto il legame tra tiroide e ormoni sessuali: intervenire solo su un fronte, ignorando l’altro, spesso non basta.

Menopausa e tiroide: perché la terapia ormonale deve considerarle insieme

Approccio integrato e personalizzato

Da quanto abbiamo visto, è evidente che:

  • menopausa e tiroide sono strettamente correlate

  • ogni percorso terapeutico basato sugli ormoni sessuali (compresi gli ormoni bioidentici) deve tenere in grande considerazione la funzionalità tiroidea

In pratica, prima di impostare (o modificare) una terapia ormonale in menopausa, è fondamentale:

  • valutare non solo TSH, FT3 e FT4, ma anche il contesto ormonale generale

  • interpretare i risultati alla luce dei sintomi della donna

  • considerare eventuali segnali di dominanza estrogenica o carenza di progesterone

  • verificare se il metabolismo è realmente “nutrito” dagli ormoni tiroidei a livello cellulare, non solo “sulla carta” degli esami

Un approccio integrato, che utilizzi ormoni bioidentici ben bilanciati e personalizzati, può:

  • sostenere la tiroide

  • migliorare energia, peso, umore e qualità del sonno

  • ridurre il rischio di disturbi metabolici (insulino-resistenza, alterazioni di colesterolo e trigliceridi)

Domande frequenti su tiroide e menopausa

  1. Posso avere problemi di tiroide anche se il TSH è normale?
    Sì. In alcune situazioni (come la dominanza estrogenica) gli ormoni tiroidei sono presenti nel sangue ma troppo legati alle proteine di trasporto e poco disponibili per le cellule. È quello che viene definito, in modo semplice, un quadro di “ipotiroidismo funzionale”.

  2. È normale aumentare di peso in menopausa?
    Un lieve cambiamento del peso e della distribuzione del grasso è frequente. Tuttavia, quando l’aumento è marcato, rapido o resistente alla dieta, è importante valutare sia gli ormoni sessuali sia la tiroide, oltre allo stile di vita.

  3. Gli ormoni bioidentici possono aiutare anche la tiroide?
    Se correttamente prescritti e bilanciati (estrogeni, progesterone, testosterone), gli ormoni bioidentici possono migliorare l’equilibrio ormonale generale e ridurre gli effetti negativi della dominanza estrogenica sulla tiroide. Non sostituiscono una eventuale terapia tiroidea quando necessaria, ma possono renderla più efficace.

  4. Come faccio a capire se i miei sintomi dipendono dalla tiroide o dalla menopausa?
    Molti sintomi si sovrappongono (stanchezza, aumento di peso, sbalzi di umore, insonnia). La differenza la fa una valutazione medica completa, che metta insieme: anamnesi, visita, esami ormonali (sessuali e tiroidei), segni clinici e stile di vita.

Un corretto inquadramento di menopausa e tiroide, considerandole insieme e non come due mondi separati, è il primo passo per recuperare energia, equilibrio e benessere.

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Medyca è un servizio medico attivo in Toscana con una clinica in centro a Siena, e per visite a domicilio. La Dr.ssa Cristina Lenzi è tra i pochi medici in Italia esperti nella terapia BHRT, medico riconosciuto in Italia e Regno Unito, e specializzata alla prescrizione di terapie con ormoni bioidentici.
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